Raccontare la guerra
I conflitti bellici e la modernità
Nicola Turi è ricercatore di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università di Cagliari. È autore di varie monografie (L’identità negata. Il secondo Calvino e l’utopia del tempo fermo, 2003; Testo delle mie brame. Il metaromanzo italiano del secondo Novecento (1957-1979), 2007; Declinazioni del canone americano in Italia tra gli anni Quaranta e Sessanta, 2011; Giuseppe Dessí. Storia e genesi dell’opera, 2014) e di numerosi altri saggi su autori italiani e stranieri del Novecento.
La guerra è evento, tema, topos che più di ogni altro induce la fiction – stimolando, si direbbe, istanze superegoiche di fedeltà storica – a premere sui propri confini, inibire lo spazio dell’invenzione e confondersi con forme di scrittura non finzionali (memorialistica, diario, reportage…). Ma in che modo e in che misura la sua rappresentazione letteraria (e teatrale, cinematografica, a fumetti…) è mutata – in quanto a tono e strategie, a grado di deformazione del reale noto e condiviso – nello spazio di un secolo che ha visto trasformate anche le strategie belliche, la copertura mediatica e di conseguenza l’immaginario collettivo legato ai conflitti? Il volume pensato e curato da Nicola Turi, mentre approfondisce in relazione al tema singoli percorsi d’autore noti e meno noti, italiani e non (da Leopardi a Zanzotto, da Gadda a Calvino, da Salsa a Dessí, da Luzi e Fenoglio fino a Leavitt, Eisner e Celestini), stimola ed elabora una riflessione profonda sullo smarrimento e la naturale attrazione del gesto artistico (di volta in volta all’insegna dell’ironia feroce, della disperata incredulità, dell’elegiaca testimonianza) per il male, il dolore, il marziale stravolgimento del contesto umano, sociale e politico.
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