Brother-in-law and friend of Lorenzo de' Medici, son of Giovanni the author of a famous Zibaldone, Bernardo Rucellai (1448-1514) was a leading exponent of the political and intellectual life of Florence in the fifteenth and early sixteenth centuries. He was an oligarch, opposed to both the 'broad' democratic government of Soderini and Savonarola – during which he went into voluntary exile in France – and to the 'tyrannical' regime of his nephew Piero. He was a humanist nurtured on classical literature, a historian who strove for the impartiality that literature connects with this role without being ideologically free, sufficiently 'modern' and unprejudiced not to be considered a mere tardy representative of traditional humanist historiography. The De bello italico is his most mature and original work. The others (De urbe Roma, De bello pisano, Bellum mediolanense) display very close relations with the classical humanist tradition, being reworkings or commentaries on the same or translations into Latin or the vernacular.
Donatella Coppini is professor of Italian Renaissance literature at the University of Florence. She deals with Latin humanist poetry (she produced the critical edition of the Hermaphroditus by Antonio Panormita and a translation and commentary on the Inni naturali by Michele Marullo), with the classical tradition and classical studies in the Renaissance, the question of imitation, the Latin of the humanists, issues inherent to textual criticism, and Petrarch (edition and translation of Salmi penitenziali e preghiere).
Cognato e amico di Lorenzo de' Medici, figlio del Giovanni autore di un noto Zibaldone, Bernardo Rucellai (1448-1514) fu protagonista dell'attività politica e letteraria della Firenze di Quattro e Cinquecento. Fu un oligarchico avverso al 'largo' governo democratico del Soderini e del Savonarola – durante il quale fu esule volontario in Francia – come al regime 'tirannico' del nipote Piero, un umanista nutrito di letture classiche, uno storico teso all'imparzialità che la letteratura connette al mestiere senza essere ideologicamente libero, 'moderno' e spregiudicato quanto basta per non poter essere considerato un rappresentante attardato della storiografia umanistica tradizionale. Il De bello italico è la sua opera più matura ed originale. Le altre (De urbe Roma, De bello pisano, Bellum mediolanense) mostrano rapporti molto stretti con la tradizione classica, umanistica e volgare, di cui costituiscono commenti, rifacimenti, volgarizzamenti o latinizzazioni.
Donatella Coppini è professore ordinario di Letteratura italiana del Rinascimento presso l'Università di Firenze. Si è occupata di poesia latina umanistica (ha curato l'edizione critica dell'Hermaphroditus di Antonio Panormita e ha tradotto e commentato gli Inni naturali di Michele Marullo), della tradizione dei classici e degli studi classici nel Rinascimento, della questione dell'imitazione, del latino degli umanisti, di problemi peculiarmente ecdotici, di Petrarca (edizione e traduzione di Salmi penitenziali e preghiere).