Un convegno internazionale, che presenta i risultati di recenti ricerche, fa il punto su questo aspetto dell’emigrazione intellettuale a seguito delle leggi razziali
Promosso dall’Università di Firenze, con il contributo della Regione Toscana, nell’ambito del Bando “Memoria 2018”, si terrà
(dalle ore 9 – Aula Magna, piazza San Marco, 4 | dalle ore 14,30 -Dipartimento SAGAS, via San Gallo, 10) -
Durante il fascismo e molti intellettuali lasciarono l’Italia, per cercare libertà e lavoro qualificato in altri paesi. Un fenomeno che è ancora poco conosciuto e valutato, soprattutto in riferimento ai più giovani, studenti e studiosi, che di fatto rappresentarono – nel quadro del tragico bilancio di questa pagina di storia –perdite effettive per il futuro del nostro paese.
«La nostra ricerca – spiega la responsabile scientifica del convegno
Patrizia Guarnieri – si è mossa proponendo nuovi interrogativi. Cosa avvenne dopo le espulsioni? La perdita di alcuni maestri e di molti giovani, le sostituzioni più rapide che adeguate provocarono fratture personali nella comunità accademica. E cosa fecero, dopo, gli studiosi espulsi? In particolare la nostra ricerca riguarda la scelta, forzata e sofferta, di chi lasciava l’Italia per ritrovare la libertà e per continuare il proprio lavoro all’estero. Anche qui si tratta di individuare nomi, cognomi, posizione accademica, disciplina e le loro storie».
Il convegno "
L’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista. Studenti e studiosi ebrei dell’Università di Firenze in fuga all’estero", che si svolge con il patrocinio della New York Public Library e della Comunità Ebraica di Firenze, si apre con i saluti del rettore dell’Ateneo fiorentino
Luigi Dei, della vicepresidente della Regione Toscana
Monica Barni, della presidente della Comunità ebraica di Firenze Daniela Misul e del Console Generale degli Stati Uniti
Benjamin V. Wohlauer.
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