Embodying Peripheries

06/03/2023

Il libro indaga le periferie urbane come spazi di disuguaglianza e di possibilità radicali. Gli studi urbani spesso indicano alcuni Paesi, aree urbane e i loro abitanti come "periferici", non centrali. Tuttavia, gli abitanti delle periferie sono allo stesso tempo protagonisti di modernità alternative o multiple, come dimostrano il loro lavoro, la loro protesta, la loro sopravvivenza e di conoscenza che hanno luogo dentro e fuori il "centro".

"Walling the Peripheries" - L'articolo presenta il concetto di "walling" per descrivere i processi di trasformazione urbana e di assemblaggio socio-materiale nelle periferie urbane del Brasile (a Porto Alegre, Rio de Janeiro e São Paulo).

"Of the Spaces Between" - L'articolo reimmagina il "Festival de Marseille-danse et arts multiple" come uno spazio di successo politico per provare la tolleranza nella città più eterogenea d'Europa.

"Trucco e Marquinha" - Piuttosto che avvicinarsi alla politica attraverso la lente della violenza e della criminalità, l'articolo esplora l'estetica corporea come un'arena per rispondere a importanti domande sui giovani e sul genere, sulla marginalità economica e sociale e sulla resistenza.

"Mobilità palestinese" - I movimenti dei palestinesi sono regolarmente limitati nelle aree alla periferia geografica di Gerusalemme. Questi confini intraurbani sono vissuti e negoziati in modi profondamente incarnati.

"Campo Durumi" - Studio etnografico del campo Durumi di Abuja, in Nigeria. L'attuale situazione di conflitto nella Nigeria settentrionale nell'ultimo decennio è stata responsabile di un numero maggiore di spostamenti esterni (rifugiati) e interni rispetto alla precedente storia registrata nella regione.

"Fikirtepe, un post-gecekondu" - L'articolo esplora la trasformazione di Fikirtepe, un gecekondus (quartieri di origine informale) come effetto collaterale del fallimento della riqualificazione, creando uno spazio di opportunità per nuove popolazioni periferiche.

"Costruire case sulle montagne" - Le case vuote di uno dei quartieri più poveri di Amman, Jabal-Nathif, rivelano come la migrazione forzata negli Stati nazionali arabi post-ottomani sia permeata dai paesaggi storici della hijra e dalle dinamiche di vuoto/pienezza che li strutturano.

"The making of Delft South" - Prendendo in esame la township di Delft South, il documento cerca di interrogare il modo in cui la township post-apartheid è stata ricreata per la vita dei neri.

"Haitians Live for News" - Attraverso interviste ai membri dello staff di tre diversi tipi di stazioni radiofoniche, l'articolo esplora il ruolo della radio haitiana nella costruzione della comunità, nell'attivismo e nella cittadinanza degli haitiani arrivati negli Stati Uniti negli anni Ottanta.

"Femminielli e città" - L'articolo presenta i risultati di una ricerca che ha attraversato la realtà urbana dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ponendo al centro della nostra analisi il femminiello, una soggettività non binaria napoletana per eccellenza che incarna un'identità sessuale fluida.

"Hidden Music Scenes" - Le reti nascoste formate da musicisti dispersi in luoghi inaspettati di Hong Kong forniscono un collage sonoro che riformula le periferie della città dall'interno.

"Movimenti urbani che muovono la città" - Il saggio visivo mira a mostrare come le occupazioni centrali siano particolari spazi momentanei in cui la città è messa in movimento dai movimenti urbani, prefigurando modi più inclusivi e sostenibili di riabitare, rifare e ripensare la città.

"California City, California" - Il saggio visivo esamina California City, una comunità pianificata non costruita nel deserto del Mojave negli anni Cinquanta, sollevando la questione delle proiezioni moderniste sulle terre indigene e delle attuali appropriazioni da parte degli appassionati di veicoli fuoristrada.

"Febbre del Qi Gong" - Il saggio visivo indaga la "conferenza indotta dal potere" (daigongbaogao), una forma di incontro e di insegnamento del Qigong di massa che ha proliferato nelle città cinesi durante la febbre del Qigong degli anni '80 e '90, che lo Stato voleva controllare e riprodurre su scala.