01/02/2024
Il libro mira a offrire un quadro esaustivo della riflessione di Max Weber sulla rivoluzione politica. Come noto, è assente nel corpus weberiano non solo una teoria della rivoluzione, ma persino una sua trattazione sistematica: Weber è anzitutto sociologo della Herrschaft e dell’ordine politico. Eppure, nell’opera weberiana è possibile rintracciare molteplici riferimenti al tema della rivoluzione: dalla dimensione rivoluzionaria del carisma alla coniuratio dei comuni medievali, fino alla critica del socialismo e agli scritti sulla rivoluzione russa. Il libro è composto da tre capitoli, ognuno dei quali è seguito da un “intermezzo”, un paragrafo che funge da collegamento con il capitolo successivo o da approfondimento di una tematica specifica. Dopo aver condotto nel primo capitolo un’operazione preliminare di mappatura della figura della rivoluzione politica nell’opera weberiana e di approfondimento delle questioni più rilevanti (in particolare, il carisma e la legittimità democratica), il libro opera un cambio di prospettiva: in accordo con la verstehende Soziologie weberiana, abbandona l’interrogazione intorno al fenomeno rivoluzionario e segue invece le riflessioni di Weber intorno alle soggettività rivoluzionarie. Il seguito del libro è quindi composto da una serie di ritratti di rivoluzionari così come emergono dalle pagine weberiane: di ciascuno di essi vengono ricostruite le specifiche immagini del mondo, la forma dell’agire e la concezione della violenza, così come il tipo di giustificazione etica. In particolare, il secondo capitolo è dedicato alle immagini del mondo religiose, al rapporto che queste intrattengono con il fenomeno rivoluzionario e alle soggettività rivoluzionarie cui danno luogo: gli anabattisti di Münster e i puritani di Oliver Cromwell. Il terzo capitolo prende invece in considerazione l’immagine del mondo rivoluzionaria par excellence al tempo di Weber, il socialismo, e due figure di rivoluzionarie interne al Weltbild socialista: i sindacalisti rivoluzionari, rappresentanti idealtipici per Weber di un’etica dell’intenzione declinata in senso rivoluzionario; e i comunisti, interni invece al paradigma del realismo politico. A partire da un tema apparentemente marginale dell’opera weberiana, il libro incrocia – declinandoli in maniera originale – alcuni temi centrali della filosofia politica: il rapporto tra etica e violenza, le condizioni di possibilità di un mutamento violento dell’ordine politico, i percorsi di soggettivazione all’origine di condotte di vita rivoluzionarie, il rapporto tra radicalismo etico e radicalizzazione politica, il senso della politica nella tarda modernità.