11/11/2024
Tutti gli esseri umani si destreggiano abilmente all’interno di una complessa rete di intersoggettività, una trama di convinzioni e presupposti condivisi, ma non detti. Com’è possibile che consegnando un pezzo di carta colorata detto euro si possa avere un espresso e un cornetto? Com’è possibile che il logo della Volkswagen venga capito istantaneamente in tutto il mondo? Che cosa impregna di significato i sistemi di classificazione e le regole di catalogazione creati dalle biblioteche? Che cosa rende autorevole l’IFLA Library Reference Model? L’accettazione di una realtà implicita creata da convinzioni comuni. Sia che si tratti di un’illusione o di una folie à deux, queste convinzioni condivise consentono a persone appartenenti a contesti culturali radicalmente diversi di comunicare e di essere capite, danno significato al nostro mondo. Ma ciò che più conta è che gli esseri umani amano le ambiguità create dall’intersoggettività, nel gioco di luci e ombre. La straordinaria flessibilità dell’intersoggettività, ovvero la capacità di creare una realtà condivisa tra singoli o gruppi, è indubbiamente uno dei pochi elementi appannaggio esclusivo del genere umano. Ma come ha sottolineato la dottoressa Possemato «l’obiettivo [del web semantico] è quello di costruire un meccanismo in grado di descrivere, in modo intelligibile a una macchina, tutto ciò che si trova nel nostro mondo». Come possiamo fare in modo che la flessibilità creata dall’intersoggettività compenetri un mondo che è stato costruito su un sistema binario? Il catalogatore svolge una delle professioni più impegnative del moderno ecosistema dell’informazione. Ha il compito di descrivere qualsiasi risorsa – sia essa tangibile o intangibile – che possa esistere nel mondo di oggi in continua evoluzione. Non solo deve descrivere la risorsa come un oggetto unico, ma deve inserirla semanticamente in una rete che comprenda potenzialmente tutti gli oggetti possibili. Ogni risorsa deve essere descritta in modo univoco così da poter essere individuata, ma in modo tale che la sua posizione sia navigabile all’interno di una rete infinita di dati. Anche se l’intersoggettività ci consente di creare entità reciprocamente accettate – siano esse concetti o oggetti del mondo reale – la loro percezione cambia però col tempo: i nomi delle aziende si evolvono, i generi possono cambiare, persino le caratteristiche fisiche possono mutare. E la realtà intersoggettiva assegnata inconsciamente da un gruppo di persone può essere percepita in modo differente da un altro gruppo. Come si possono descrivere in modo univoco tutte queste entità complesse così che una macchina possa identificarle senza ambiguità? Questa è forse la domanda più difficile a cui rispondere in un mondo che si appresta a utilizzare l’intelligenza artificiale e il machine learning per catapultarci in un’inedita dimensione ricca di incognite affascinanti. È necessario trovare una soluzione che contempli la modellazione di queste entità in modo tale da rendere possibili le diverse realtà intersoggettive richieste dagli esseri umani e l’identificazione univoca richiesta dalla macchina. In questo mondo fatto di chiaroscuri, l’uomo e la macchina possono collaborare per creare un mondo dal potenziale illimitato. Tuttavia, questo potenziale sarà realizzabile solo se l’uomo e la macchina riusciranno a comunicare le loro realtà in un’unica rete di significato.