07/04/2025
Questo volume raccoglie gli atti della giornata di studio dedicata alla memoria di Giovanni Cherubini che si svolse il 2 maggio 2022 nell’Università di Firenze. Fin dai giorni successivi alla sua scomparsa, avvenuta il 22 febbraio 2021, fu immediata la scelta di immaginare un’iniziativa sobria ma incisiva, anche per rispettare uno degli aspetti migliori del carattere di Cherubini: l’essere schivo ma al contempo consapevole del valore del proprio percorso biografico e intellettuale. E fu semplice anche stendere il programma, con l’intento di ricongiungere le memorie individuali in un quadro collettivo di riflessione organica sulla sua figura. Una sessione dedicata dunque a ricordare il docente, il collega e il maestro che ha a lungo operato (per oltre un quarantennio, dal 1967 al 2009, e poi come professore emerito) nel nostro Ateneo e nella medievistica fiorentina. L’altra dedicata a delineare in prospettiva storiografica il profilo dello studioso e a mettere a fuoco l’eredità intellettuale del grande storico, seguendo alcuni dei suoi assi tematici di ricerca prediletti: la storia agraria, quella delle città e quella dell’Italia meridionale nel basso medioevo. Tra le molte ragioni che concorrono a comprendere e a spiegare il magistero di Giovanni Cherubini vogliamo ricordare quella che ci è più cara: la libertà intellettuale di cui si faceva garante sollecitando i suoi allievi a intraprendere le proprie ricerche su temi individuati da loro stessi, e poi mostrando una non comune capacità di seguirli e indirizzarli con competenza grazie a uno straordinario patrimonio di conoscenze che partecipava con grande generosità. Il solo elenco delle tesi di cui è stato relatore – riportate in appendice – ne è prova manifesta. Questo tratto inconfondibile è stato per Cherubini non solo un atteggiamento personale ma anche un preciso indirizzo nella conduzione dei più alti livelli della formazione e della ricerca. Presentando nel 2004 il volume dedicato alla storia del Dottorato di storia medievale del nostro Ateneo, di cui fu a lungo coordinatore (dal 1986 al 2000), Cherubini affermava senza mezzi termini che la nostra «non ha mai preteso, sin dalle origini, di essere una “scuola” che chiede una qualche adesione, ma soltanto una scuola di metodo, ed ha affermato di conseguenza, in maniera naturale, la regola del confronto, della varietà, della accettazione di punti di vista e di provenienze diverse». In un dialogo pubblico con insegnanti, Cherubini aveva così sintetizzato il movente della ricerca storica: «Il ragionare storico parte sempre (o dovrebbe) da una o più domande che orientano o danno un senso alla nostra vita: il rapporto tra la vita e la morte, le convinzioni religiose, una ideologia politica, la visione dei rapporti tra gli uomini, la necessità della solidarietà, della giustizia (o/e dell’uguaglianza) nella società. Non c’è bisogno di aggiungere che a queste convinzioni che orientano il nostro pensiero (e spesso la nostra vita) noi giungiamo attraverso le esperienze personali e spesso le suggestioni più diverse, di amici, di adulti ai quali va la nostra fiducia e il nostro affetto, o per vie diverse. E già questo ci dovrebbe convincere che non siamo mai, anche nel nostro pensiero, degli atomi lontani dagli altri». Una consegna che in molti ha lasciato una traccia inconfondibile. Parlare di storia con Cherubini era in effetti come spalancare finestre, non solo sul passato o sul medioevo, ma anche sul presente. Lo animava sempre l’intento di capire i fattori che muovono la società, la necessità di gerarchizzare i fenomeni e di non fermarsi al mero descrittivismo. Ed era convinto che nessuna storia fosse “neutrale” e che anzi i più grandi storici fossero proprio quelli che, naturalmente senza “falsare le carte”, non avevano timore di esporre le proprie idee e le proprie convinzioni, perché questo era il modo di mettersi su un piano di parità col lettore. In questi anni sono stati numerosi i ricordi di Giovanni Cherubini – anche questi riportati in appendice –, così come non mancheranno in futuro ulteriori occasioni per scandagliarne l’eredità e raccogliere le incalcolabili sollecitazioni della sua lunga attività di ricerca. È per questo che siamo certi che gli atti che oggi pubblichiamo siano un contributo non solo per custodire il ricordo, ma anche per raccogliere semi per il presente e il futuro. Siamo perciò molto grati ai relatori che hanno accettato il nostro invito, donandoci il loro contributo di riflessione in dialogo con Giovanni Cherubini.