29/10/2024
Nei dieci saggi (nove più un saggio introduttivo) che compongono il volume si sono voluti affrontare alcuni aspetti della personalità e della persona di Baretti, ma anche dell’ambiente inglese in cui operò, nella consapevolezza che le questioni riguardo a Baretti a Londra, e, ovviamente, quelle riguardo alla “Londra di Baretti”, non possono minimamente essere esaurite in uno spazio come questo.
Ripercorrendo le vicende relative al processo affrontato da Baretti per omicidio ‒ i cui atti sono pubblicati in appendice al volume ‒, il saggio introduttivo di Paolo L. Bernardini offre uno spaccato della Londra barettiana, popolosa, ormai nel pieno dello sviluppo industriale, multiculturale, centro di attrazione di intellettuali, artisti, musicisti, ricca di opportunità ma anche di contraddizioni. Una città in crescita e sempre in movimento della quale Baretti subisce profondamente il fascino come emerge dai testi barettiani dedicati alla città di cui Giovanni Iamartino offre un’interessante lettura. Dopo averne illustrato, in apertura, i due soggiorni londinesi (Davide Arecco), il volume affronta temi diversi legati alla figura di Baretti, a partire dall’interpretazione dell’attività e degli scritti barettiani da parte dell’anglista Mario Manlio Rossi (1895-1971) nella sua opera ancora inedita Anglomania ed “amicizia tradizionale” (Paolo L. Bernardini-Laura Orsi).
Nel volume vengono indagate inoltre le relazioni tra Baretti e il gruppo di esuli italiani allora presenti a Londra, dal ministro genovese Francesco Maria Ageno (Pierangelo Castagneto) al letterato, amico, Vincenzio Martinelli, con il quale intraprende un confronto-scontro che assumerà i toni di un’accesa polemica (Gianmarco Gaspari). Il Baretti polemista è oggetto dei contributi di Elisa Bianco, che indaga il Baretti avversario della scienza antiquaria, e di Eleonora Gallitelli e Omar Khalaf, che prendono in esame la polemica contro Voltaire rispettivamente per il giudizio su Shakespeare e sulla poesia italiana, in quest’ultimo caso ponendo attenzione soprattutto agli aspetti più propriamente linguistici. Su questa linea si colloca l’ultimo saggio (Laura Orsi) che mette in relazione ideale John Florio (1552-1625) e Baretti attraverso il loro lavoro lessicografico.