18/11/2022
Il 2022 è l’anno centenario della morte di Marcel Proust. Eventi di ogni tipo sono stati realizzati in Francia e in molti paesi europei, tra cui l’Italia. La Firenze University Press ha deciso di celebrare l’evento affidando ad Anna Dolfi l’allestimento di un volume dedicato all’autore destinato alla collana “Moderna/Comparata”, un volume che rappresentasse elementi di novità rispetto al conosciuto, che coinvolgesse docenti dell’università di Firenze e di altri atenei, ricercatori già noti e giovani studiosi.
Nasce così Il ‘tono’ Proust che presenta una lettura inedita e polifonica del grande Marcel: ripercorre tracce perdute e pagine dimenticate, indaga cosa hanno prodotto il desiderio e la malattia. Si scopre perfino un Proust che ha precorso le nostre paure e clausure da pandemia, sperimentando ogni percorso della memoria, e che spesso ci è arrivato ‘a pezzi’ per responsabilità di quanti non l’hanno letto per intero, dimenticando i consigli dei suoi grandi interpreti e il segno lasciato in scrittori, poeti, pensatori italiani e stranieri. L’architettura di questo libro consente di muoversi liberamente tra le diverse proposte e ricrea in una paradossale unità quella disseminazione di temi e figure, affioramenti e intermittences, tipica della poetica e dell’opera proustiana.
Il volume è diviso in sette sezioni.
La prima interviene su testi sconosciuti o pochissimo noti di Proust - Su tracce perdute – con l’offerta da parte della maggiore studiosa di Proust, Mariolina Bertini, della traduzione di un passo dimenticato, cui segue la storia dei 75 fogli ritrovati – l’avvenimento dell’anno – da parte della traduttrice italiana di questo testo nato a latere della Recherche; lo studio filologico di un passo caduto relativo a O sole mio, le note a una storia relativa alla morte di Baldassare Silvande a firma congiunta di uno dei migliori traduttori italiani e di uno scrittore di successo).
La seconda – Dietro la scrittura – indaga, servendosi degli strumenti della medicina e della psicanalisi quanto si nasconde dietro e nell’opera (il desiderio, la malattia, il rapporto con la madre).
La terza – Imprevedibile Proust – indaga incidenze impreviste e nuove (Proust diventato lo scrittore della clausura durante la pandemia, il rapporto Proust e Benjamin, Proust letto dalla Valduga nel ricordo di Raboni; Proust come appare nell’opera figurative di Enrico Baj).
La quarta – Passione e sfide di annientamento - all’insegna della paura e della sfida, parla dell’impossibile impresa della traduzione e delle edizioni in Francia, Inghilterra, Catalogna, studia le edizioni a pezzi di Proust (in Italia), e mette a confronto le traduzioni di Le temps retrouvé di Caproni e Raboni.
La quinta sezione - Come leggerlo - si occupa di alcuni nomi capitali della critica italiana: Contini, Macchia, Debenedetti, Caproni...
La sesta – Suggestioni e memoria - segue le tracce dell’incidenza dell’opera proustiana su scrittori e pensatori (Leris, Bassani, Biamonti, la linea lombarda...) con saggi di grande novità (sul telefono, le annotazioni bassaniane sui libri...).
A chiudere il volume un’ultima sezione - Archivio - dove si recupera un testo critico ormai introvabile con un bilancio del proustismo italiano degli anni 1922-1992.