Le piattaforme sono generalmente intese come infrastrutture digitali che consentono a due o più gruppi di interagire: una sorta di architettura programmabile ideata per orchestrare interazioni tra utenti e servizi differenti (Van Dick et. al 2018, Libert et. al, 2014, Plantin et al. 2018). Secondo Van Dick et al., (2018), “una piattaforma è alimentata da dati, automatizzata e organizzata attraverso algoritmi e interfacce, formalizzata attraverso rapporti di proprietà orientati da precisi modelli di business e governata da specifici termini di utilizzo” (Van Dick et al., 2018). Identificano un modello di accumulazione incrementalmente pervasivo alla base della cosiddetta Platform Economy, talmente radicato nella nostra quotidianità da individuare l’alba della cosiddetta ‘Società delle Piattaforme’ (Van Dijck et al, 2018): un tipo di società sempre più governata da un ecosistema di piattaforme online.
In tale contesto, l’Atlante mira a offrire una versione empiricamente situata circa gli effetti socio-spaziali mediati dalle piattaforme digitali adottando un approccio critico e geografico incentrato sui dati. L’obiettivo è fornire una comprensione pratica delle conseguenze del capitalismo delle piattaforme e dei suoi impatti differenziali sullo spazio dei luoghi: la geografia delle piattaforme digitali. Ciò pone immediatamente alcune questioni rilevanti per la geografia e i geografi. La prima si riferisce alla spazialità prodotta dall’interazione con le piattaforme che può essere colta proprio attraverso i dati, georeferenziati o georiferibili, provenienti dalle infrastutture digitali; la seconda si focalizza sull’analisi degli impatti socio-spaziali derivanti dal crescente radicamento del modello piattaforma. Lo strumento impiegato è la mappa, “a symbolised representation of geographical reality, representing selected features or characteristics, resulting from the creative effort of its author’s execution of choices, and is designed for use when spatial relationships are of primary relevance” (International Cartographic Association) intesa qui di seguito come strumento lessicale (Harley, 1992) capace di mostrare il riverbero che lo spazio dei flussi ha sullo spazio dei luoghi nel processo di radicamento delle piattaforme digitali nella società iperconnessa. Pertanto la mappa viene impiegata come strumento di rappresentazione ma anche come mezzo per porsi ulteriori domande. L’Atlante pertanto offre spunti per una riflessione critica sulle disuguaglianze socio-spaziali amplificate dalle piattaforme ma anche esempi di proposte di utilizzo (es. il potenziale ‘valore pubblico’) dei dati delle piattaforme. Il lavoro combina Analisi spaziale, Social Network Analysis (SNA), Analisi testuale e Data Visualization aggiungendo un’ulteriore dimensione, quella spaziale, al dibattito sulla società emergente delle piattaforme.