30/10/2023
Nell’Italia del tardo medioevo, la signoria ha avuto un rilievo, e in certi ambiti persino una centralità, che fino a tempi recenti troppo spesso le sono stati negati. Nel 2017, per colmare questa carenza degli studi è stata intrapresa una ricerca collettiva, il PRIN La signoria rurale nel XIV-XV secolo: per ripensare l’Italia tardomedievale. Questo volume ne costituisce l’ultimo esito, pubblicando gli atti di un incontro svoltosi eccezionalmente in presenza nel settembre del 2020, durante una pausa della pandemia. Per riassumere in tre punti le lacune e le parzialità che ci sembravano presenti in Italia nella storiografia signorile tardomedievale, si può parlare di indagini sommarie, settoriali, minate da paradigmi interpretativi obsoleti. Il primo punto – la natura sommaria e approssimativa della ricerca – riguarda il profilo geografico e tipologico. Negli ultimi decenni, gli studi sono andati scoprendo una presenza signorile ancor più cospicua di quanto in passato noto, anche in nuove regioni, ma questa constatazione non si è fondata su ricognizioni volte a comprendere l’effettiva diffusione geografica e i diversi caratteri costituitivi assunti dalla signoria nei vari contesti. La natura generica e impressionistica delle valutazioni disponibili ha finito come vedremo per incentivare lo specialismo regionale e ostacolare la comparabilità. Il secondo elemento di insufficienza, il carattere settoriale degli studi, si manifesta da un punto di vista tematico. Dagli anni Settanta la ricerca signorile ha beneficiato del rilancio promosso da Giorgio Chittolini per i dominii visconteo-sforzeschi, che attraverso una innovativa analisi del ruolo di feudi e signorie nel processo di affermazione di stati sovracittadini ha recuperato le signorie, anche nell’antica Italia dei comuni, al novero delle cose importanti. Ma a interessare è stato il loro rilievo politico, non il significato economico o sociale. È un orientamento comune a tutti gli studi italiani sulla signoria. Anche per i secoli XI-XIII, l’epoca più intensamente studiata, la ricerca italiana è stata infatti connotata, a lungo, da questo sbilanciamento in una direzione anzitutto politica. Di recente gli studi sulla signoria di questi secoli hanno però visto un rinnovamento delle tematiche di analisi, sempre più spesso estese al rilievo economico delle varie forme di signoria e soprattutto ai suoi rapporti con le relazioni sociali locali, il notabilato di villaggio, le clientele interne ai mondi contadini, la coesione e l’agency della comunità rurali e i linguaggi politici che esprimevano. Per il tardo medioevo, invece, il significato economico della signoria ha continuato a venire trascurato, tranne alcune eccezioni soprattutto meridionali, mentre il ruolo sociale di signorie e feudi è stato considerato solo indirettamente, dalle ricerche sulle fazioni e le comunità rurali. Il terzo e ultimo punto di insufficienza è l’influsso negativo di visioni ormai sorpassate ma tuttora condizionanti, evidente nel significato complessivo spesso attribuito alla diffusione tardomedievale di signorie e feudi, letta come un processo di “rifeudalizzazione” foriero di molteplici effetti negativi sul piano sociale e delle mentalità, oppure interpretata come un fattore di incremento dei costi di transazione e di freno allo sviluppo economico. Svoltasi fra 2017 e 2021, la ricerca PRIN ambiva a colmare almeno in parte queste lacune. Era stata concepita su due assi, uno empirico, di censimento geografico e tipologico, e uno più tematico. L’asse tematico ha condotto a tre convegni e altrettanti volumi, già usciti, dedicati a economia, fonti, azione politica, e ad altri soggetti più specifici. I suoi principali risultati sono ripresi ed esposti in questo volume, e su di essi torneremo fra breve. Prima occorre illustrare l’asse empirico, di censimento, chiarendone i caratteri e, al tempo stesso, l’oggetto.