L’Italia repubblicana e gli aiuti internazionali

22/07/2024

Nei due anni compresi tra lo sbarco in Sicilia e la fine della guerra, mentre gli Alleati avanzavano lungo la penisola, le regioni dell’Italia liberata diventavano teatro di un dispiegamento sempre più rilevante di aiuti internazionali. Il conflitto aveva devastato il paese esacerbando le condizioni critiche già esistenti, e con il cessare dei combattimenti si imponevano le urgenze determinate dal rientro a casa degli sfollati, dalla denutrizione diffusa, dalla necessità di assistenza agli ex internati, dal numero dei senza tetto. In Italia, come nelle altre zone liberate d’Europa, si erano dunque trovate ad operare – con competenze e scopi differenti – varie organizzazioni straniere, come l’American Jewish Joint Distribution Committee, la British Friends Ambulance Unit, l’American Friends Service Committee, il Foster Parents Plan. Dalla fine del 1944 era diventata operativa anche la United Nations Relief and Rehabilitation Administration (Unrra), l’organizzazione delle Nazioni unite a cui era stato affidato il compito di soccorrere le popolazioni europee colpite dalla guerra, promuovendone la ‘riabilitazione’. L’umanitarismo internazionale postbellico trovava dunque in Italia un importante laboratorio delle politiche e delle pratiche attraverso le quali si intendeva contribuire alla rifondazione delle società europee.

L’insieme dei saggi segue un percorso di lungo periodo, concentrandosi prima sugli anni del secondo dopoguerra e sull’arrivo di aiuti internazionali destinati alla popolazione italiana e in particolare all’infanzia (Cassamagnaghi, Renzo). I contributi successivi seguono invece la storia della cooperazione internazionale italiana, dagli anni sessanta agli anni ottanta. Ad emergere è dunque il complesso processo di trasformazione dell’Italia da “paese beneficiario” a “paese donatore”, visto attraverso i diversi attori che sono stati protagonisti dei programmi analizzati: le istituzioni nazionali e internazionali, l’associazionismo volontario, le organizzazioni non governative. I saggi mettono in evidenza gli elementi di rottura e continuità della storia dell’umanitarismo esaminata attraverso il caso italiano, concentrandosi non solo sulle politiche, ma anche sulle pratiche, le culture, le dinamiche economiche che hanno segnato il dipanarsi degli aiuti internazionali da e per l’Italia. Gli autori e le autrici dei capitoli si confrontano con la letteratura internazionale sull’umanitarismo, che negli ultimi anni è cresciuta rapidamente, e nello stesso tempo dialogano con la storiografia sull’Italia repubblicana, anch’essa in rapida espansione. Questo volume ha dunque il merito di intrecciare riflessioni storiografiche che fino a questo momento si sono sviluppate separatamente e di portare all’attenzione degli studiosi italiani (non soltanto storici) un tema che ha finora ha ricevuto poca attenzione, puressendo di grande interesse rispetto alle sfide poste dalla contemporaneità.