16/12/2024
La parola maestro evoca un’aura di rispetto e ammirazione, richiamando immagini di persone che hanno raggiunto vette di conoscenza e abilità in un determinato campo. Il vero maestro è colui che intreccia il sapere, la competenza tecnica, con la passione e l’entusiasmo, divenendo un riferimento che illumina il cammino di chi desidera apprendere. Maestro, infatti, ha al centro la capacità di trasmettere conoscenza, di creare una scuola. Non si tratta di un semplice processo di trasferimento di nozioni, ma di un’arte che richiede empatia, pazienza e personalizzazione, ovvero capacità di adattare il proprio insegnamento alle caratteristiche e alle esigenze di ogni singolo discente, secondo la lezione ranganathiana. Un maestro sa accendere la scintilla della curiosità, nutrendo il desiderio di esplorare e approfondire. La sua f igura assume un ruolo ancora più profondo quando consideriamo la sua valenza etica. Un maestro è un esempio d’integrità, coerenza e rispetto. Egli incarna personalmente i valori che desidera trasmettere ai suoi allievi, diventando un punto di riferimento morale e un modello da seguire, un maestro di vita oltreché di dottrina, da cui l’allievo bravo sa distaccarsi per prendere il suo volo autonomo, tuttavia sempre grato al nido in cui è nato. Con queste caratteristiche si capisce che poche persone, in ogni ambito, hanno un riconoscimento così alto. È vero che ci sono anche maestri che si comportano in modo opposto a quanto affermano eppure col tempo sono riconosciuti tali per il magistero intellettuale che hanno saputo trasmettere oltre la loro condotta personale contraddittoria. La casistica ne è piena. Luigi Balsamo è stato un maestro per oltre una generazione di bibliotecari e di studenti grazie alle sue competenze tecniche e scientifiche non disgiunte e non disgiungibili da quelle umane che hanno contrassegnato la sua esistenza nei diversi ambiti e nei diversi ruoli in cui ha svolto il proprio operato. L’umanità di Balsamo – scrive Maurizio Festanti, suo allievo – «era fatta allo stesso tempo di rigore e di umiltà, di ironia e di autoironia, era fatta della saggezza di chi riesce ad andare oltre il contingente per cogliere la sostanza vera delle cose. Il suo stile di uomo e di studioso ha sempre rappresentato ai miei occhi un modello di equilibrio che non solo era il tratto di un gentiluomo nell’animo, ma che soprattutto vibrava di una passione civile e morale sempre vigile» (Festanti 2013, 101). Gli scritti raccolti in questo volume consentono di ripercorrere un tratto fondamentale e meno conosciuto nella vita di Luigi Balsamo, quella di un bibliotecario protagonista della vita delle biblioteche del nostro Paese nel Secondo dopoguerra, vincitore di un concorso per le biblioteche statali, in ruolo dal 1º luglio 1954 presso la Soprintendenza bibliografica per la Lombardia, soprintendente bibliografico per la Sardegna (1959-1965), direttore della Biblioteca Universitaria di Cagliari per un breve periodo (1961-1962), soprintendente per l’Emilia Nord-occidentale e successivamente per l’intera Emilia-Romagna. Con la nascita delle regioni, passa per poco tempo alla Regione Emilia-Romagna; con l’a.a. 1975-1976, infatti, viene chiamato come professore ordinario di Bibliografia e biblioteconomia all’Università di Venezia e, dall’anno successivo, all’Università di Parma (a.a. 1976-1977) (Salarelli 2022). I saggi raccolti, pertanto, riguardano il periodo che precede il suo magistero accademico e la piena dedizione alla storia del libro e della bibliografia, tematiche, quest’ultime, per le quali è famoso nel mondo, con suoi libri tradotti in varie lingue1. Nella seconda parte della sua carriera professionale, tuttavia, Balsamo rimane strettamente in contatto con il mondo delle biblioteche, l’AIB (Petrucciani 2013a) e l’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, con particolare riguardo all’ambito dei fondi librari antichi (Campioni 2013, 448, nota 39). La sua introduzione al volume Gli archivi delle soprintendenze bibliografiche per l’Emilia-Romagna: inventario, intitolata “L’impegno civile delle Soprintendenze bibliografiche” del 20102 conferma la duplice componente bibliotecaria e accademica che lo ha caratterizzato per tutta la vita. La vita di una persona sensibile, raffinata e discreta.