03/04/2023
Questa raccolta riunisce i contributi di dieci studiosi sul tema della mobilità dalla Cina e delle rappresentazioni culturali ad essa legate. Seguendo la nuova svolta della mobilità nelle scienze sociali (Sheller e Urry 2006; Hannam, Sheller e Urry 2006; Cresswell 2006; Urry 2007), che ha portato alla concettualizzazione del movimento come costitutivo delle relazioni economiche, sociali e politiche, questo libro mira principalmente ad aprire una conversazione tra gli studiosi degli studi cinesi sull'impatto dei movimenti di persone dalla Cina in Italia su vari sistemi culturali. Peter Merriman e Lynne Pearce, nel loro influente articolo "Mobilità e discipline umanistiche" (2017), hanno sottolineato l'importanza del ruolo delle arti e delle discipline umanistiche nell'indagare le mobilità. Secondo i due studiosi, l'analisi delle rappresentazioni testuali può colmare importanti lacune lasciate dalle metodologie più tipiche delle scienze sociali. Tenendo presente questa idea, abbiamo selezionato dieci saggi che forniscono un'originale visione su vari esempi di mobilità dalla Cina. Ci concentriamo principalmente sui flussi di persone, testi e idee tra Cina e Italia, ma includiamo anche specifici casi di studio da altre rotte di mobilità che sono significative dal punto di vista metodologico.
Il libro è diviso in tre parti. La prima parte è dedicata a quattro diversi tipi di mobilità di persone dalla Cina in Italia, ovvero mobilità turistica, mobilità lavorativa, mobilità degli studenti e mobilità delle élite sociali. La seconda parte è dedicata a esempi di mobilità inversa dall'Italia alla Cina. La terza parte si concentra su casi di studio basati su mobilità dalla Cina verso territori diversi dall'Italia. Di seguito è riportata una breve descrizione del contenuto di ogni saggio.
Nel primo saggio, Miriam Castorina presenta uno studio di caso sul turismo dalla Cina all'Italia attraverso l'analisi dei testi di viaggio di Zou Taofen, un importante giornalista dell'era repubblicana cinese, che ha viaggiato molto in Italia. Analizzando le descrizioni dell'Italia lasciate da Zou Taofen, l'autrice sottolinea come la particolare mobilità dell'autore sia la forza trainante di un approccio originale all'Italia che ha ispirato descrizioni e, di conseguenza, concettualizzazioni, che hanno avuto una grande influenza sulla lettura cinese dell'epoca.
Il saggio di Valentina Pedone si concentra su un altro tipo di mobilità dalla Cina all'Italia, quella di individui che si spostano dal sud-est della Cina (in particolare dallo Zhejiang) all'Italia seguendo la domanda di lavoro non specializzato in aziende gestite da altri migranti cinesi. Presentando gli scritti del migrante fujianese Deng Yuehua, che è entrato clandestinamente in Italia nel 1991 e da allora lavora in laboratori e fabbriche gestiti da altri immigrati cinesi, il saggio mostra come l'analisi testuale possa far luce su aspetti specifici di questo flusso di mobilità che altrimenti sarebbero difficilmente evidenziabili utilizzando altre metodologie di ricerca. Hao Xu si concentra sulla cosiddetta mobilità degli studenti universitari "internazionali", ovvero quella degli studenti universitari cinesi che trascorrono uno o più anni in università straniere. Oltre a presentare alcune caratteristiche generali della mobilità degli studenti dalle università cinesi a quelle italiane, l'autore descrive come questo gruppo specifico abbia affrontato la pandemia di Covid-19. Per farlo, fornisce i risultati di un esercizio di ricerca svolto attraverso un questionario sottoposto a 100 di questi studenti e discute alcune produzioni culturali del collettivo artistico WUXU con sede in Italia, formato da ex-studenti internazionali. La prima parte del libro si chiude con il saggio di Andrea Scibetta, in cui l'autore presenta la mobilità delle élite privilegiate che arrivano in Italia per lavorare come professionisti, in istituzioni o strutture educative italiane o cinesi. Scibetta utilizza il romanzo grafico La macchina zero di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte per raccontare la storia di Mario Tchou, un eccezionale scienziato elettronico di origine cinese-italiana che ha vissuto in Cina, Italia e USA e ha contribuito al successo globale dell'azienda italiana di computer Olivetti. Il romanzo grafico stesso è il risultato del lavoro congiunto di un illustratore italiano di origini cinesi (Demonte) e del suo partner, un dettaglio che fornisce all'autore un ulteriore motivo di riflessione sulla mobilità e sulla rappresentazione testuale.
La seconda parte del libro è aperta da Changxu Gao, che presenta la storia di Tian Dewang, il primo cinese a vincere una borsa di studio dal governo cinese per studiare l'italiano in Italia negli anni '30. Nel suo saggio, Gao si concentra su come le idee e le conoscenze acquisite da Tian Dewang durante il suo soggiorno in Italia siano state in seguito circolate e trasmesse ai suoi studenti una volta tornato in Cina. In particolare, l'esperienza di studio di Tian Dewang a Firenze viene ricostruita attraverso la ricerca d'archivio, mentre il suo contributo alla popolarizzazione della Divina Commedia di Dante in Cina viene presentato anche alla luce della sua relazione con il professore italiano Attilio Momigliano. Chiara Lepri segue invece la direzione opposta della mobilità tra Cina e Italia presentando il caso della serie TV Marco Polo, di Giuliano Montaldo, prodotta nel 1982. Descrive in dettaglio il processo di ideazione e produzione della serie e, includendo un'intervista con il regista, contribuisce a creare un memoriale di quell'esperienza, che rappresenta la prima coproduzione cinematografica italo-cinese e un importante passo nella stabilizzazione di nuove relazioni culturali tra i due paesi dopo la fine dell'era di Mao. Nell'articolo di Giuseppe Rizzuto, si torna agli studenti internazionali cinesi, ma questa volta si osserva come essi utilizzino e condividano le conoscenze e l'esperienza acquisite in Italia con il resto della comunità cinese una volta tornati a casa. Rizzuto si concentra specificatamente sugli studenti di opera italiana, investigando come le differenze tra Italia e Cina in termini di tecnica musicale siano incorniciate all'interno di questa mobilità.
La parte finale del libro è dedicata a casi di mobilità culturale globale dalla Cina. I tre saggi che costituiscono questa parte sono tutti posizionati all'interno della disciplina degli studi letterari e si concentrano su come la produzione letteraria sia influenzata dalla mobilità. Il saggio di apertura di questa parte è scritto da Rebecca Ehrenwirth e si concentra sulla poesia Sinofona in Thailandia. Dopo una panoramica sul fenomeno della letteratura Sinofona in Thailandia, l'autrice mostra come il tema ricorrente della migrazione sia diventato un tropo per gli scrittori Sinofoni thailandesi che non hanno mai sperimentato la migrazione nella loro vita. Ehrenwirth sostiene che questa migrazione immaginata sia in realtà un modo per questi scrittori di rappresentare un'identità culturale fluttuante. Nel saggio successivo, Martina Renata Prosperi analizza l'uso del linguaggio nelle opere di Yiyun Li, un'autrice nata a Pechino che si è trasferita negli Stati Uniti per studi scientifici ma ha invece intrapreso una carriera come scrittrice in lingua inglese. Prosperi sostiene che, attraverso l'engaging in exofonia, ovvero la scrittura in una lingua che non è la propria lingua madre, Yiyun Li trova un modo per sfuggire alle etichette culturali e raggiunge un altro livello di libertà creativa. Il libro si conclude con il saggio di Giulia Rampolla, dedicato allo scrittore cinese Xue Yiwei, che emigrò in Canada nel 2002. Il suo lavoro è caratterizzato da un alto livello di "ibridità letteraria e intreccio culturale", con parole di Rampolla, che riproduce la sua vita altamente cosmopolita e nomade, fornendo così un interessante caso di rappresentazione testuale di complessi modelli di mobilità e un esempio di superamento dei confini culturali nella produzione letteraria.